giovedì 20 febbraio 2014

Lotus Motorcycle C-01

  



  
 

  Engine 

Construction: 2-cylinder 4-stroke engine, 75° V-style 
Capacity: 1,195 cm³ 
Bore: 105 mm Stroke: 69 mm
 Power Approx: 200 HP 
Transmission: 6-gear jaw-type shift transmission 
Lubrication: Dry sump lubrication 
Main shaft ratio: 40:76 
Lay shaft ratio: 15:41 
Clutch: Hydraulic anti-hopping clutch 
Ignition: Full electronic engine management with digital adjustment of the ignition 
  

Chassis 

Frame: Aero tech steel/Titanium/Carbon fibre frame 
Fork: Upside down 
Suspension strut: Twin suspension strut 
Spring travel front: 80 mm Spring travel rear: 70 mm 
Brake system front: Twin brake disc, ø320mm, four piston calipers 
Brake system rear: One brake disc,ø220mm, two piston calipers 
Chain: X-Ring resp. O-Ring 
Head tube ang: 59° 
Fork ang: 54° 
Wheel base: 1.645±15 mm

lotus-motorcycles.com 

Très Chic


mercoledì 12 febbraio 2014

Il sidecar, il più classico degli accessori moto d’epoca




Storia della motocarrozzetta, uno degli accessorimoto più famosi, presente sia in quelle d’epoca che moderne.

Qual è il maggior difetto della moto? Il poco spazio. Rispetto all’automobile, la motocicletta non permette una grande capienza, sia per quel che riguarda i bagagli, che i passeggeri.
Così è stato necessario inventare un nuovo accessorio moto per quelle che oggi sono delle bellissime moto d’epoca, il sidecar, conosciuto anche con il nome di motocarrozzetta, almeno qua in Italia.
Il sidecar nasce da un’idea di Jean Bertoux, ufficiale dell’esercito francese della fine del XIX secolo.
Ma non fu inizialmente un accessorio per la moto, ma per la bicicletta.
Bertoux modificò una bicicletta applicandole una triangolazione di tubi che reggeva la ruota laterale all'altezza di quella posteriore, un sedile dotato di schienale e un poggiapiedi: nasce così il sidecar.
Non ci volle molto che il sidecar passasse dalla bici alla moto:
uno dei primissimi è il modello abbinato alla Peugeot del 1904, una delle prime motociclette della storia.
Il sidecar era di vimini, e presenta diversi accessori moto, come gli avvisatori acustici a trombetta, faro ad acetilene, contachilometri OS con numeratore, e portaombrelli.
La storia del sidecar è un dualismo tra Francia e Inghilterra. Gli inglesi risposero inizialmente con il carrozzino Mills & Fulford del 1910. E’ così che gli accessori moto si modernizzano: il sidecar non è più di vimini ma di legno, rivestito in lamierino di ferro per far scivolare via acqua e fango. Gli interni restano ampi, a dimostrazione che il sidecar è spesso riservato a un passeggero importante, che indubbiamente sta più comodo rispetto al pilota sul piccolo sellino. Questo modello presenta nuovi accessori per moto d’epoca, come il tachimetro Jones di prima generazione e la frusta scacciacani.
In questa sfida di innovazioni entra anche la Germania, che con la NSU crea il proprio sidecar nel 1913, che rispetto a quelli già visti presenta l’indicatore di pendenza, specchio retrovisore registrabile e freno di stazionamento.
L’Italia, famosa nel Mondo anche per le sue industrie di auto, moto, e accessori moto crea il suo sidecar abbinato ad una moto nel 1914, con la casa motociclistica FRERA. Utilizzata dall’esercito di Vittorio Emanuele III durante la Prima Guerra Mondiale, presenta un carrozzino di linea ultramoderna, arrotondato e bombato, la cui forma ricorda quello di un uovo. Questo per far si che il sidecar sia più resistente e leggero. Oltre a queste cose presenta un sistema di scarico doppio.
Uno dei sidecar più grandi e spaziosi mai costruiti è il modello Fis del 1920 abbinato alla Borgo Reading, società Americana. Presentava 4 posti, grazie alla solidità del telaio e alla potenza del motore della moto. I nuovi accessori di questa moto d’epoca sono il porta camera d’aria di scorta, il segnalatore meccanico, e l’estintore.
Uno dei difetti del sidecar, comune del resto a tutte le modo, è la mancanza di riparo in caso di pioggia. Questo problema fu risolto grazie ai modelli chiusi, come quello della Harley-Davidson del 1923. Grazie a questa comodità era spesso usato come taxi. Presenta accessori come la capote, il parabrezza, l’orologio e la pompa e il kit per la riparazione dei pneumatici.
Un altro modello del genere è più recente e decisamente più innovativo, tanto che sembra venire dallo spazio. Si tratta del carrozzino Watsonian del 1958, che dispone di tettuccio apribile, portapacchi superiore, sportello con finestrino scorrevole. Una piccola auto, insomma, infatti fu progettato per dare l’illusione ottica dell’automobile.
Questi sono i modelli più belli e più famosi di sidecar, l’accessorio moto d’epoca senza età, dato che viene utilizzato ancora oggi, anche nelle competizioni sportive.

Valerio Brandi

mercoledì 5 febbraio 2014

Honda MH CB 550 Cafe

MotoHangar propone sempre delle belle moto in stile Cafè Racer. Questa che vi propongo oggi è una Honda Cb 550 del 1977. Sella in acciaio fatta a mano, così come la seduta in pelle, faro anteriore vintage (originariamente si trattava di un faro fendinebbia), strumentazione assente, impianto elettrico nel codino, batteria in basso sotto al telaio, collettori fasciati e scarico aftermarket. 
Che dire: tutto ciò che una Cafè Racer deve avere!

 
 

English Version:
Sean's CB550.
This is Sean's CB550 custom motorbike. Handmade silencer with internal baffle and aftermarket heat wrapped headers. Custom steel one off tail fairing and hand made leather seat. Front end lowered one and a half inches. Vintage fog light converted to house H4 sealed beam bulb tucked in with custom brackets. Clip-ons, and motion pro throttle cables. Stainless steel braided brake line and leather strap. Conical style air filters. Electrics relocated under seat pan, ignition switch set up under the tank with a momentary thumb switch starter. Custom battery box tucked in behind the motor below the swing arm. Riding on Coker diamond tread tires. Painted black with white, red and metal accents. 

More info: MotoHangar

martedì 4 febbraio 2014

Rumi


Oggi, voglio proporvi la biografia di un 'Costruttore-Motociclista-Artista': Donnino Rumi. Con le sue idee ha rivoluzionato il modo di costruire Motociclette.
 
Donnino Rumi nacque nel 1906 a Bergamo ed è in questa città che si è dipanata tutta la sua storia di uomo e di artista. Bisogna andare alla fonderia che possedeva il padre per trovare Donnino Rumi, appena dodicenne, garzone di bottega, lavoratore infaticabile, pieno di curiosità e già profondamente attratto da ogni forma di espressione artistica. Frequenta la bottega di un amico di famiglia, intagliatore, tale Ghislandi, il quale sarà il primo a notare le doti del ragazzo e lo spronerà, poco più in là, ad affrontare gli studi presso l'Accademia Carrara di Bergamo. Ma Rumi possiede un carattere particolare; timido ed irrequieto, spesso insofferente, ha molto talento, ma non ama la disciplina scolastica: sicchè non ultimerà gli studi, preferendo iniziare, solitario, il cammino dell'arte. Risalgono agli anni '20 le sue prime opere già degne di attenzione. Non ancora ventenne, si trova a doversi occupare in prima persona della fonderia; per dipingere e scolpire (è anche scultore) non resta perciò che il tempo libero, sempre più ridotto a causa dell'intensa attività industriale. Dai dieci operai della fonderia paterna, infatti, intorno agli anni '40, i dipendenti sono diventati un migliaio. Si sposa nel '32, e dal matrimonio nascono tre figli. Durante il conflitto mondiale, le truppe tedesche installano nello stabilimento un loro commissario. Rumi si dà latitante, lotta come partigiano, viene rinchiuso nella prigione S. Agata di Bergamo. Non abbandona mai, tuttavia, anche in quei drammatici momenti, la sua arte, ed esegue - dove e come può - diverse opere. Dopo la guerra, deve rimboccarsi le maniche poichè all'interno dell'azienda - pressoché demolita - occorre ristrutturare interamente la produzione. Dalle eliche ed i periscopi dell'anteguerra si passa ora a fabbricare macchine per paste e dolciumi, macchine cinematografiche ma, soprattutto, motociclette e macchine tessili. Per una quindicina d'anni il lavoro dell'industria riassorbe completamente Rumi, consentendogli sempre più raramente di dedicarsi all'arte, il suo vero interesse. Sono anni in cui, spesso, è assalito da dubbi e crisi, ma il Rumi industriale sembra avere avuto la netta precedenza sul Rumi artista. Solo verso il '62 avviene la liquidazione dell'azienda. Da quel periodo può interamente dedicarsi all'attività artistica. Il suo carattere schivo, l'estrema sincerità nelle reazioni, nei commenti, fà sì che egli, spesso, sia incompreso nella sua vera natura e una certa forma di riserbo venga confusa con superbia. In realtà Rumi è critico verso se stesso fino all'inverosimile, crea e distrugge le sue opere mai soddisfatto, rifiutando mostre e contatti con la critica, rifiutando persino il dialogo con altri artisti (pur nutrendo ammirazione per tanti di loro, che segue con interesse) e prosegue la sua strada di solitario. Lavora incessantemente, a qualsiasi ora del giorno e della notte, perchè la sua attività non conosce mai un attimo di sosta. E nella sua Bergamo che lo vide operoso e attivo si spense il 17 agosto 1980.

Fonte: MotoRumi

lunedì 3 febbraio 2014

Steve McQueen AKA Grover McLucky


Steve McQueen AKA Grover McLucky
McLucky was the name the stunt crew gave McQueen following several close scrapes filming the 1974 disaster epic The Towering Inferno.
McQueen loved this and it was found on everything from scripts to his trailer door. While the identity wasn’t used for racing, McQueen often used it as an alias while on road trips.
 
ph.: Mitch Payne 

Lego


sabato 1 febbraio 2014

Ducati Cucciolo Desmosedici.

Tutto parte dopo aver visto questa Special. Alex Garoli re-interpreta il piccolo Ducati Cucciolo, trasformandolo in un vero e proprio Cavallo da Corsa. Un disegno da tenere in considerazione... 

 Everything starts after Alex seen this Special. Alex Garoli re-interprets the small Ducati Cucciolo, turning it into a real Horse Racing. A design to take into consideration ...